La storia dell’Azienda Paoletti inizia intorno al 1910 a Folignano
Il messo comunale Enrico Paoletti (nato nel 1880 e figlio di Luigi ciabattino, cuoco e “filosofo” del paese detto anche “La Legge”), gestore anche dell’osteria, decide di mettersi in proprio dando vita a una piccola produzione di bibite gassate. In quei tempi la consumazione abituale era il famoso “quarto di vino con la gassosa”. Il fornitore di gassosa però era spesso in ritardo con le consegne e fu probabilmente proprio questo ritardo a spingere Enrico a produrre in proprio la bibita da aggiungere al vino.
Nonostante la crisi economica e sociale degli anni del dopoguerra e i mezzi molto limitati, Enrico con indubbie doti di imprenditorialità e fantasia, riesce a dare vita alla prima produzione di bibite gassate.
Nel 1922…
nella fabbrica allestita sotto la casa paterna, negli stessi locali dell’osteria, si iniziano a produrre le prime GASSOSE e SPUME nella storica bottiglietta con la pallina di vetro che faceva da tappo. Vengono impiegate nella produzione molte donne del paese che a sera, come ultimo lavoro, incollano a mano sulle bottiglie le etichette colorate. Le bibite, sistemate in cassette di legno, sono distribuite col carretto tirato da un cavallo in tutte le osterie di Ascoli e dei paesi vicini. Due anni dopo la fondazione, l’azienda comincia a riscuotere i primi significativi successi nelle Esposizioni Internazionali dell’Industria e del Lavoro di Milano e Roma.
Nel 1925...
Enrico Paoletti porta i suoi prodotti all’Esposizione Internazionale di Bruxelles dove la sua produzione di “eaux gazeuses” riscuote un grande successo ottenendo la Gran Palma d’Onore e la Medaglia d’Oro, riconoscimenti che attestano la bontà dei prodotti che sin dalla nascita si erano caratterizzate per la qualità delle materie prime impiegate. Enrico scompare prematuramente nel 1927 a seguito di una banale caduta da cavallo e l’azienda passa alla seconda generazione (tre fratelli). Tra questi il figlio minore di Enrico, Giovanni Cadorna Paoletti, mette al servizio della “Enrico Paoletti e figli” le solide conoscenze di meccanica acquisite durante il lungo servizio militare quale comandante di autoreparto. Sotto la sua guida, nella seconda metà degli anni ’40, la produzione viene significamene meccanizzata. Aumenta in questo periodo anche il numero delle maestranze impiegate, che raggiunge nel periodo estivo anche le 40 unità. Crescendo la domanda, aumenta notevolmente anche la produzione, e si acquistano i primi camion per la distribuzione, dei “Dodge”e “Chevrolet” residuati di guerra.
Negli anni’50…
le Bibite Paoletti, e in particolare la Gassosa e la Spuma, si affermano in tutto il territorio Piceno dove sono distribuite diffusamente e la posizione nel mercato della ditta si rafforza.
Negli anni ’60 la produzione viene trasferita a Marino del Tronto in un oleificio di famiglia ristrutturato ed ampliato. In seguito all’acquisto di una nuova linea automatica di produzione (la celebre “Rigamonti e Villa” di Milano), la manodopera scende a circa venti unità anche se la produzione aumenta di molto. Nasce anche una produzione per conto terzi di importanti ditte italiane come la mitica “Fabbri”. Negli anni ’60 scompaiono le storiche e pesanti casse di legno, sostituite dalle cassette di plastica.
L’Azienda
Più tardi il PET sostituirà in parte il vetro. L’avvento del PET (senza cauzione, comodo e più facilmente trasportabile del vetro) però, porta a una crisi delle piccole e medie imprese che non riescono più a competere con le grandi ditte nazionali e multinazionali che mettono in campo una produzione oraria cinque volte maggiore.
La maggiore capacità di automazione e i grandi investimenti in pubblicità delle grandi ditte, contribuiscono inoltre ad aumentare le difficoltà delle piccole imprese italiane come la Paoletti che, dal 1970 fino ai primi anni ’90 incontra un momento tra i più difficili di tutta la sua storia. In seguito a questa crisi, tra il 1992 (anno in cui scompare Giovanni Cadorna) e il 1999, l’azienda ed il marchio vengono dati in affitto. La cattiva gestione del marchio da parte degli affittuari porta a un ulteriore aggravamento della crisi aziendale.
Giancarlo e Pierluigi, terza generazione Paoletti…
i due figli di Giovanni Cadorna, pur provenendo da diverse esperienze professionali hanno voluto però a tutti i costi mantenere in vita l’azienda con tutto il suo capitale umano e di storia. Il marchio infatti, è ancora significativo per un intero territorio dove più di una generazione è cresciuta con la Gassosa e la Spuma Paoletti.
Soprattutto Giancarlo, rinunciando agli ultimi comodi anni di una splendida carriera da dirigente di banca, ha preso le redini dell’azienda diventandone la mente, il cuore, l’anima e spesso anche il braccio. Grazie alla sua forza, la sua passione, la sua intelligenza, la sua tenacia e il suo coraggio la Paoletti è cresciuta molto ed è una realtà oggi presente su gran parte del territorio Nazionale e sta penetrando anche in alcuni mercati esteri (Germania, Svizzera, Francia, Repubblica Ceca, Emirati Arabi, Florida e Australia).

L’azienda oggi produce in stabilimenti di eccellenza che utilizzano acqua con le particolari caratteristiche organolettiche e di purezza necessarie ad assicurare l’elevato, storico, standard di qualità dei prodotti. Proprio questa qualità rappresenta uno dei principali strumenti di posizionamento a disposizione delle piccole imprese e l’Ascolana Paoletti individua nell’eccellenza delle sue bibite il requisito essenziale per la continuazione del successo. Già negli anni ’20 arrivavano ad Ascoli dalla Sicilia profumate botti di legno contenenti i vari succhi, rigorosamente depositate nell’azienda e aperte solo al momento della miscelazione “segreta”con gli altri ingredienti.
Anche se questo resta ormai solo un ricordo, le varie generazioni alla guida dell’azienda, non hanno mai diminuito la ricerca della qualità dei propri prodotti, rimanendo fedeli alla iniziale filosofia aziendale. Pur con qualche innovazione, è essenziale infatti che ogni bibita trasmetta al proprio consumatore un costante riferimento – per quanto possibile – alle ricette tradizionali, richiamando in lui i vecchi sapori di un tempo.
Nel 2009 le bibite Paoletti sono state inserite tra le “Eccellenze Picene”, nella categoria dei prodotti storici di maggiore qualità e prestigio della provincia di Ascoli Piceno. Un premio che ha sicuramente confortato gli sforzi dell’azienda Ascolana, sempre attenta alla cura di ogni ricetta.
Per quanto riguarda le etichette, sin dal 1922 la Paoletti ne aveva progettate alcune che avevano l’obiettivo esclusivo di comunicare la marca e il luogo di produzione. Negli anni successivi ci si rende conto che i prodotti possono acquisire ancora più valore se associati ad un’immagine precisa, capace di conquistare l’immaginazione e l’emozione dei consumatori. Nasce così Tina Frizzante, detta anche “FrizzanTina”, una simpatica e “delicata” figura femminile di chiara provenienza Italica, che compare per la prima volta sulle vecchie bottiglie di spuma con etichetta smaltata a colori sul vetro.

FrizzanTina…
Tina oggi è l’adulta testimonial delle Bibite Paoletti, sulle quali è ricomparsa dal 2002 dopo un accurato “restyling”. Il suo volto, il suo sguardo, il suo sorriso le conferiscono un allure da diva d’altri tempi dalla sensualità innata e spontanea. La sua presenza ha contribuito in modo determinante alla crescita aziendale.
Al cinema…
La fama della rinnovata testimonial ha attirato l’attenzione oltre che di periodici e quotidiani nazionali (Vanity Fair, Repubblica, Il Venerdì di Repubblica etc.) anche del regista Sergio Rubini. Sul set della sua ultima commedia sentimentale, “L’uomo nero” (2009), ambientata nella Puglia degli anni ’60, erano presenti le evocative immagini di Tina Frizzantina, la bellissima e ricercata testimonial Paoletti. Un altro film che ha portato sul grande schermo il marchio Paoletti è il “Cosmonauta”(2009), di Susanna Nicchiarelli, dove nella sezione comunista del Trullo di Roma si brinda alla prima donna nello spazio con una bottiglia di Spuma Paoletti.
I prodotti ed il marchio sono apparsi nella fiction televisiva di Canale 5 “Tutti per Bruno” con Claudio Amendola, nel programma di Rai 1 “I migliori anni” condotto da Carlo Conti e, grazie al nostro Alessio Paoletti che si è prestato al gioco, come identità nascosta nel programma di Rai 1 “I soliti ignoti” condotto da Fabrizio Frizzi.

Dal 2013 compare con ricorrenza nella fiction Sky, “I delitti del Bar Lume”, come uno dei prodotti in vendita nel bar stesso. Nel 2017 antiche versioni delle bottiglie Paoletti e della nostra birra appaiono nel film del pluripremiato regista Ridley Scott, candidato a tre Golden Globe “All the Money in the World”. Da non trascurare infine, la presenza ed il gradimento nel settore della moda, con partecipazioni a diverse edizioni del Pitti di Firenze, collaborazione per il catalogo di “Duck farm” e nel 2011, la presenza alla Fiera Mondiale della Moda di Parigi. Presenti anche nella pellicola In viaggio con Alice un film del 2018 diretto da Alessandro Capitani, con Alessandro Haber e Sara Serraiocco e nella fiction L’amica geniale è una serie televisiva italo-statunitense creata e diretta da Saverio Costanzo.
Bibite Paoletti al Cinema
La Paoletti appartiene a quella categoria di aziende storiche, che hanno vissuto periodi felici e situazioni difficili. Nata appena dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, ha vissuto nel pieno la Seconda, ha superato con estrema ostinazione la crisi del 1970 e la più recente crisi economica del 2008. La capacità dell’azienda di uscire da ogni cono d’ombra nel corso della sua lunga storia, è da attribuire esclusivamente all’elemento umano, vero filo conduttore tra passato e presente.
Oggi, dopo la recente e prematura scomparsa di Giancarlo, sono il fratello Pierluigi, il figlio Gianluca e la moglie Serenella a portare avanti i valori imprenditoriali e personali che la famiglia Paoletti si tramanda da quattro generazioni e da oltre cento anni.

Dal 2012 l’Unioncamere Nazionale ha iscritto l’Azienda al “Registro Imprese Storiche – Le aziende che hanno fatto la storia d’Italia”